La-morte-e-la-primavera-La-Nuova-Frontiera

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La morte e la primavera


“E il cuore è questa cosa. Mi posò la mano sul petto dopo essersi spostato i vestiti. Non si ferma mai: lavora sempre. È lui che ti fa vivere. A volte si stanca e va più piano, come se fosse una persona, e a volte si ferma con un sobbalzo e a volte si scioglie. […] un giorno lo capirai, il cuore è l’unico a vivere, tutto ciò che c’è attorno non vale niente. Il mio ha vissuto… Sapessi quanto ha vissuto, dalla primavera alle foglie accese, e dalle foglie accese alla primavera…”

In un paese senza nome retto da leggi crudeli – uomini costretti a dimostrare il proprio coraggio nuotando nel fiume che scorre sotto il paese, persone seppellite negli alberi – un adolescente si ritrova all’improvviso orfano. Solo, dovrà imparare a destreggiarsi e a proteggersi dalla diffidenza dei suoi concittadini in un mondo claustrofobico che non comprende e non accetta. Finché un giorno anche in lui, come nelle montagne incontaminate che circondano il paese, non si risveglierà la “primavera”, ovvero l’amore.
Interpretato spesso come un’allegoria della vita in un regime totalitario, La morte e la primavera è un romanzo affascinante e inquietante sul potere, l’esilio e la speranza che in una società conformista germoglia anche dal più piccolo gesto d’indipendenza.

Dolorosamente bello, un capolavoro.
– Colm Tóibín

Un romanzo da leggere per la sua bellezza, per come sorprende e sovverte i nostri desideri, e come testimonianza dell’animo umano di fronte alla brutalità e alla cieca ferocia.
– Jesmyn Ward
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